Uno stop inatteso che non deve però modificare le reali ambizioni della Lazio. Anche a Pisa, malgrado la beffa finale, si è vista una squadra all’altezza della situazione, tecnicamente valida e molto robusta. La difesa non ha concesso quasi nulla, il centrocampo ha recuperato un’infinità di palle e gli attaccanti, seppur con qualche imprecisione di troppo rispetto al solito, hanno comunque assediato l’area degli avversari.
Ed è proprio la concretezza che è mancata nella gara di sabato. Di occasioni per segnare ce ne sono state a bizzeffe. Sette tiri corti, un paio di contropiedi che hanno messo i nostri attaccanti a tu per tu con il portiere avversario, e tanti tiri fuori di un nulla a conferma di una pressione costante che ha però prodotto solamente un gol. Ma la Lazio, come in tutte le altre gare sin qui giocate, ad eccezione forse di quella con il Valchisone, è apparsa una squadra tonica, reattiva, in grado di comandare la gara.
Se proprio vogliamo trovare qualcosa che magari può essere migliorato è l’approccio alla gara. Spesso, infatti, la squadra regala i primi due quarti all’avversario, ci mette un po’ a carburare, a capire la dinamica della gara. Era già successo a Mori contro l’Adige ed in casa con Valchisone e Roma. Quando giochi contro una formazione inferiore i primi quindici minuti sono importantissimi per mettere subito la gara dalla propria parte. Difficilmente un Pisa in svantaggio avrebbe potuto condurre la gara in equilibrio fino alla fine. Colpire subito gli avversari, costringerli ad inseguire ed imporre il proprio gioco. Questo deve fare la Lazio quando di fronte ha squadre abbordabili.
La concentrazione con cui scende in campo contro Ferrini, Amsicora o Tricolore deve essere la stessa di quando si gioca con Adige o Pisa. I mezzi ci sono e proprio dalle sconfitte bisogna trovare i giusti stimoli per far bene. L’obiettivo è ancora ampiamente alla portata della formazione allenata da Luca Angius che, fino a questo momento, sta raccogliendo grandi consensi. Forza ragazzi. Noi siamo tutti con voi.
Max U.