Trovo l’hockey un bellissimo sport, molto avvincente da giocare, forse meno da vedere, ma comunque davvero affascinante per la velocità di gioco, per l’impegno fisico e per la difficoltà nel giocarlo. Tuttavia, proprio alcune regole di gioco mi sfuggono, così come trovo stranissime le composizioni dei vari tornei sia giovanili che master che, sicuramente, hanno invece un senso logico a chi li prepara e agli addetti ai lavori forse più abituati a simili assemblaggi. E’ difficile, per un novizio come me, immaginare tornei sportivi di squadra a 3, 7, 9 squadre con tanti gironi di qualificazione e continui spareggi e di questo, umilmente, chiedo scusa.

Nel leggere il programma del campionato femminile di Serie A2, comunicato ufficiale n.69 del 13 gennaio, ho apprezzato lo sforzo organizzativo “per mantenere un adeguato livello tecnico agonistico in equilibrio con le esigenze economiche”. Un’attenzione davvero encomiabile per gli organizzatori del torneo sempre pronti a venire incontro alle esigenze dei sodalizi iscritti.

Ma non tutte le ciambelle riescono con il buco, mi sono detto alla lettura del comunicato ufficiale n.78 del 26 gennaio, che riportava alcune variazioni rese necessarie sempre “per mantenere un adeguato livello tecnico agonistico in equilibrio con le esigenze economiche”. Qualche piccola variazione ci può pure stare anche se, l’unica modifica di rilievo, mi è sembrata quella relativa al cambio di concentramento tra Lazio e Capitolina con la seconda che, quasi per magia, si ritrovava così a intraprendere una lunga trasferta sul campo della Lazio e la società biancoceleste, che nella prima stesura avrebbe dovuto giocare in casa della Capitolina, impegnata sul campo della vincente del secondo spareggio. Va bene, mi sono detto, ma è anche giusto che la Capitolina faccia meno trasferte della Lazio, in fondo ha vinto il proprio girone e va premiata. Sono sicuro che verrà comunque fatto tutto “per mantenere un adeguato livello tecnico agonistico in equilibrio con le esigenze economiche”.

Ed ecco infatti il calendario definitivo, del 17 febbraio, comunicato ufficiale n.97, che mette tutto a posto. Ovviamente non si possono accontentare tutti i sodalizi perché le formazioni si devono scontrare comunque tutte tra di loro e stilare un calendario fatto “per mantenere un adeguato livello tecnico agonistico in equilibrio con le esigenze economiche” non è facile.

La Lazio non è stata fortunata perché sarà costretta a fare la bellezza di 936 chilometri per raggiungere prima Mori e poi Bologna. Anche all’Hockey Club Riva non è andata benissimo perché i chilometri da fare per raggiungere la capitale e Moncalvo sono ben 867. La fortuna ha invece baciato la Capitolina, che dovrà effettuare solamente la trasferta per Pisa visto che la seconda gara la giocherà proprio sul campo della Lazio, il Cus Padova, che si sposterà prima a Mori e poi a Pisa, facendo complessivamente 445 chilometri, ed il Bologna, che dopo la trasferta a Roma giocherà a Reggio Emilia macinando complessivamente 454 chilometri.

Ovviamente nel rilevare i chilometri da fare non abbiamo tenuto conto dell’ultima giornata per la quale la scelta del campo verrà effettuata con un ulteriore sorteggio. Ma suvvia, l’Italia è bella e viaggiare un po’ di più non ha mai fatto male a nessuno, ne mai mandato sul lastrico nessuna società.

La cosa che però proprio non capisco è perché nel calendario, per tutte le squadre che giocano in casa, è stato programmato di far giocare loro la prima e la terza gara, quella delle ore 10 e quella delle 17:30. A tutte le squadre tranne che a una….

Massimiliano Urso

 

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