Appena 20 anni ed è già una colonna della prima squadra della Lazio Hockey promossa in Serie A1 ed il tecnico campione d’Italia della categoria Under 12 Femminile. Davvero niente male per questo giovanotto su cui la Lazio Hockey ripone grandi aspettative. Per ora Riccardo Braca ha ricambiato in pieno la fiducia sia in campo, dove è sempre tra i migliori, che in panchina dove, al primo tentativo ha subito raggiunto il tricolore.
Niente male come stagione.
Davvero non avrei potuto chiedere di più. Una promozione storica ed uno scudetto altrettanto importante a coronamento di una stagione davvero magica. Tutto è andato per il verso giusto ed ora siamo qui a festeggiare.
Più bella la promozione o lo scudetto?
Difficile rispondere a questa domanda. Quando sei in campo sei artefice del proprio destino, puoi decidere cosa fare perché sei protagonista in prima persona. Quando siedi sulla panchina ti devi affidare completamente agli atleti che dirigi che vanno guidati e tranquillizzati il più possibile. Ma se hai fatto le cose per bene non hai niente da temere. Poi se gli avversari sono più forti pazienza. Diciamo che sono stati due momenti di grande emozione.
È più facile giocare o allenare?
Di facile non c’è niente. Come ho già detto quando giochi sei solo con te stesso, sai cosa puoi dare e fino a dove puoi spingerti. Come allenatore, invece, devi anche valutare la componente psicologica perché puoi anche preparare la gara al meglio ma se la testa non gira, se non sei concentrato sull’obiettivo e tranquillo allora non c’è preparazione che tenga. Forse allenare è più difficile.
Quando hai capito che avresti potuto vincere il tricolore?
Solitamente la prima partita è quella più delicata perché cominciare bene, in un torneo di tre gare più la finale in due giorni, è fondamentale. Poi normalmente non conosci niente della squadra avversaria e non sai cosa aspettarti. Già nella seconda gara hai visto giocare le squadre e puoi prepararti di conseguenza. Ecco, dopo il successo contro il Cus Padova mi sono detto che si poteva fare.
Il momento più difficile?
Senza dubbio la fine del primo tempo contro l’HC Riva. Abbiamo creato tanto ma ci siamo trovate sotto per due a uno. Molte ragazze erano nervose, troppo tese, alcune in preda ad una crisi isterica. Ho detto loro che mancava ancora un’eternità alla fine della gara e che se giocavamo come sapevamo fare avremmo certamente vinto. E così è andata.
E la finale?
Devo dire che ero molto tranquillo. Le ragazze hanno risposto alla grande. Quello che mi piace molto del lavoro fatto è la grande crescita del gruppo. Ognuna di loro è migliorata. È stato un bel cammino.
E adesso bisognerà ripetersi.
Adesso andiamo in vacanza e poi a settembre si vedrà. Mi piacerebbe vincere qualcosa in un’altra categoria. Magari con l’Under 14 o l’Under 16. Vedremo.
Max U.